Italian Abstract: Il ‘Rapporto CONSOB 2021 sulle scelte di investimento delle famiglie italiane’ si articola in otto sezioni, di cui le prime due basate su dati di fonte esterna e dati di vigilanza e le rimanenti sei basate sui dati dell’Osservatorio CONSOB sulle scelte di investimento delle famiglie italiane. La prima sezione del Rapporto illustra le principali dinamiche relative a crescita economica, occupazione, reddito disponibile e consumi delle famiglie italiane anche nel confronto europeo. La seconda sezione esamina dapprima l’evoluzione della ricchezza finanziaria e del tasso di risparmio delle famiglie italiane e dell’area euro, per poi mostrare le evidenze disponibili circa la partecipazione ai mercati finanziari. La sezione contiene infine alcune analisi sull’evoluzione del mercato delle cripto-attività nonché sulle competenze digitali della popolazione italiana, anche con riferimento al divario di genere. Le sezioni successive analizzano i dati dell’Osservatorio CONSOB, rilevati a giugno 2021 sulla base di una survey che ha coinvolto un campione di circa 2.700 individui, rappresentativi della popolazione dei decisori finanziari italiani.Sintesi delle principali evidenze della Survey: Le conoscenze finanziarie di base risultano ancora poco diffuse. La quota di risposte corrette rilevate con riferimento a cinque nozioni di base (relazione rischio rendimento, tasso di interesse composto, inflazione, mutuo, diversificazione del rischio) si attesta in media attorno al 50%, dato che scende al 40% circa se si escludono le risposte corrette riferibili a individui che ex post non sono stati in grado di valutarne il numero e quindi potenzialmente casuali. Il livello di conoscenze finanziarie continua lentamente a crescere: nel 2021 gli indicatori di conoscenza sono aumentati di 3 punti percentuali rispetto al 2019. La valutazione delle conoscenze digitali, riferita a sette concetti di base e avanzati, mostra che la percentuale di risposte corrette varia dal 12% al 61%, attestandosi in media al 44%. La quota di decisori finanziari che dichiara di tenere condotte adeguate a un utilizzo sicuro della rete oscilla tra il 48% con riferimento alla gestione dei propri dati personali al 72% rispetto all’uso di antivirus, con una media campionaria di risposte in linea con i comportamenti adeguati attorno al 61%. Il 57% degli intervistati è interessato ad aumentare le proprie competenze digitali. La crisi sanitaria si è riflessa sulla capacità delle famiglie di accantonare risorse. Circa il 27% dei partecipanti all’indagine segnala una riduzione del reddito familiare; il 39% fatica a far fronte alle spese fisse e ricorrenti mentre il 28% dichiara di non essere in grado di gestire una spesa imprevista di 1.000 euro; infine il 32% riferisce di aver sperimentato una diminuzione della propria ricchezza. A prescindere dall’impatto sulla ricchezza accantonata, a seguito della crisi la capacità di risparmiare risulta associata soprattutto alla riduzione delle spese. Alla luce dell’attuale contesto economico, oltre il 36% degli intervistati non sa come impiegare le proprie disponibilità. La partecipazione ai mercati finanziari continua a crescere: nel 2021 la quota di investitori risulta pari al 34% dei decisori finanziari a fronte del 30% nel 2019. I ‘nuovi’ investitori, tuttavia, presentano più di frequente un livello di alfabetizzazione finanziaria e di competenze digitali inferiori rispetto a quelle degli investitori di più lunga data. Cresce anche l’interesse verso il trading online e le cripto-attività (come mostrato anche dalla crescita del numero di ricerche effettuate sul web di termini associati). Tra coloro che utilizzano la rete per scelte economico-finanziarie, circa il 28% riferisce di usare servizi finanziari online più di quanto facesse prima della pandemia ed è quasi sempre disposto a continuare a farlo. Rimane ancora marginale la partecipazione a web communities riferite a finanza e investimenti: solo il 6% degli investitori afferma di essere membro di web communities finanziarie. L’interesse a partecipare una financial community, manifestato dal 16% degli investitori, si associa negativamente al livello di conoscenze finanziarie e viene espresso più frequentemente dagli individui finanziariamente più vulnerabili