L'Unione Europea e i Valori Non Commerciali nel Sistema Globale degli Scambi (European Union and Non-Trade Concerns in the World Trading System)

Italian Abstract: Le posizioni di avversione contro la globalizzazione, a partire dagli scontri di Seattle del 1999 nati durante le manifestazioni di protesta contro la conferenza ministeriale dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) fino ad arrivare al movimento “Occupy Wall Street”, erano state principalmente alimentate e giustificate dalla preoccupazione della società civile per le conseguenze negative del fenomeno e per il suo impatto su valori quali la protezione dell'ambiente, i diritti sociali e i diritti dei lavoratori. Per rendere evidente alla collettività che la liberalizzazione non è soltanto un processo economico, è dunque necessario prendere spunto dall'esempio del processo di integrazione europea. Centrali ed imprescindibili per il successo del “progetto europeo”, previste fin dal Trattato istitutivo della Comunità Economica Europea (CEE), sono le quattro libertà: libera circolazione di merci, persone, servizi e capitali. L'UE, ha sfruttato le eccezioni presenti nell'articolo XX del GATT 1994 per includere valori non commerciali considerati essenziali per le proprie politiche commerciali. Il Regolamento (EU) 995/2010, conosciuto anche come “EU Timber Regulation” (EUTR) vieta l'immissione nel mercato europeo di legname raccolto illegalmente e dei relativi prodotti derivati, garantendo quindi una giusta prevalenza alla protezione dell'ambiente e al regolamentato uso della risorse naturale a discapito della libera circolazione delle merci. Un altro esempio è l'accordo di libero scambio concluso tra UE e Corea del Sud. L'articolo 13 dell'Accordo, dedicato al “Commercio e Sviluppo Sostenibile”, prevede il rispetto della legislazione nazionale in materia di tutela del lavoro e dell'ambiente, e riconosce esplicitamente la valenza tra le parti degli accordi internazionali attraverso un rinvio alla disciplina dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (Articolo 13.4) e della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Articolo 13.5). L'UE deve continuare su questa strada con simili iniziative che mostrino sempre più che l'UE e' in grado di distinguere nettamente tra una globalizzazione senz'anima che va combatuta con tutti i mezzi e una liberalizzazione del commercio come opportunità di crescita economica sostenibile che deve essere favorita e considerata uno dei valori fondanti della nostra società e dei popoli europei